Storia
di Barbara Goio
Gli esordi
Lo sci club dei giornalisti italiani Gis (Giornalisti italiani sciatori) è quello che, tra i membri dello Scij (Ski Club International des Journalistes), ha una delle storie più antiche e interessanti. In effetti si tratta di un gruppo sportivo le cui origini sono più vecchie addirittura dello stesso SCIJ perché, anche se la data ufficiale di nascita del GIS è il dicembre 1958, i giornalisti italiani amavano sfidarsi sulla neve sin dal 1934. Fu proprio in quell'occasione che la squadra italiana organizzò il primo Campionato Italiano di Giornalisti sulle piste dell'altopiano di Asiago.
Fino al 1938 l'unica disciplina ammessa era però lo sci di fondo, che venne affiancata proprio in quell'anno dallo sci alpino. Dal 1934 al 1938, gli italiani si incontrarono una volta all'anno nella zona di Asiago, di sicuro una delle prime pionieristiche stazioni sciistiche in Italia: le primissime piste da sci in questa località di montagna erano state tracciate addirittura nel 1911, mentre la prima pista da sci da gara venne inaugurata nel 1930. Si trattava della famosa Pista Lunetta, lunga 3 chilometri e con 400 metri di dislivello, che veniva risalita a piedi visto che non c'era ancora alcun impianto di risalita. I tempi non venivano cronometrati: si partiva in linea e vinceva chi per primo tagliava il traguardo. Le cose cambiarono leggermente nel 1939, quando le gare dei giornalisti si tennero a Sestriere e nel 1940 a Santa Caterina Valfurva.
Gare di sci ad Asiago nel 1937. Foto della Fondazione Storica Vajenti
Dopo la Seconda Guerra Mondiale: la nascita dello Scij e del Gis
Naturalmente, le passioni sciistiche dovettero fermarsi al sopraggiungere della guerra, e la situazione restò estremamente difficile durante il periodo della ricostruzione. Ma non appena la situazione migliorò, i giornalisti italiani erano pronti a competere di nuovo. Il primo incontro del dopoguerra si tenne a Colle Isarco nel 1949. Da allora e fino al 1954, il campionato annuale di sci è stato organizzato nelle località sciistiche dell'Alto Adige - Alto Adige, sulle bellissime e impegnative piste della Val Gardena e dell'Alpe di Siusi. Nel frattempo fu fondato lo Ski Club International des Journalistes: l'idea ebbe luogo a Parigi nel 1951, durante un incontro di ministri degli esteri delle quattro super potenze dell'epoca. Ci vollero ben quattro anni per Gilles de La Rocque e alcuni altri idealisti per riuscire ad organizzare il primo importantissimo incontro a Méribel-les-Allues, in Francia, nel 1955 con 65 giornalisti provenienti da otto diversi paesi. Oltre a Austria, Belgio, Francia, Lussemburgo, Svizzera, Germania occidentale e Jugoslavia, c'era naturalmente l'Italia.
Nel Belpaese, tuttavia, non furono organizzati campionati negli anni 1955 e 1956: i tempi però stavano maturando perché quella che era un'associazione di professionisti appassionati di neve si trasformasse in una vera e propria organizzazione sportiva, con tanto di regolamenti per le gare e comitati organizzativi per gli incontri. I campionati del 1957 a Colle Isarco vennero proposti da Ortensio Vischi, uno dei pionieri della sede della RAI (Radiodiffusione televisiva italiana) di Bolzano. Così Gianni Bianco (uno dei più importanti giornalisti sportivi italiani, presidente Gis dal 1976 al 1984, e presidente del comitato per i Mondiali di sci in Valtellina nel 1985) ha ricordato quell'incontro al collega Franco Sitton: "Ci andai dalla vicina Bolzano convinto di una scampagnata fra illustri firme, mi trovai invece nel mezzo di un manipolo assatanato di competitori, tutti sciolina e coltello fra i denti. Non potete immaginare che ciclone era a quei tempi Renato Venturini".
Parlando delle attrezzature da sci di quegli anni indietro nel tempo, Bianco disse: c'era poca tecnica, per non dire nulla. Ciò che è stato usato è ora esposto nei musei. Guardando le fotografie di quell'epoca, sembra osservare le componenti di improbabili missioni esplorative in Alaska! Finalmente, nel dicembre del 1958, nella piccola città di Saint Vincent, in Valle d'Aosta, un gruppo di giornalisti amanti della montagna e dello sci decisero di riunirsi per promuovere lo sport, l'amicizia e la voglia di scambiare esperienze professionali: così è ufficialmente nato il Gis. E da allora non ha mai smesso di crescere, organizzare incontri sugli sci, trovare nuovi giornalisti e sciatori di talento, discutere di regolamenti, partecipare e soprattutto organizzare gli annuali Meeting dello SCIJ. Da allora, ogni anno senza perdere una sola edizione, il Gis ha organizzato il Campionato italiano e il numero di "atleti" e il loro livello tecnico hanno continuato a migliorare sempre di più.
Il Gis cresce: i fondatori, i leader e l'attività
Nel 1959 a Cervinia si tenne il primo ufficiale campionato Gis (ma in realtà era già il sedicesimo incontro di gare). A quel tempo, il presidente era il giornalista Adriano Ravegnani (uno dei fondatori di Pool Sci Italia) milanese. Agli esordi ci furono interminabili discussioni su regolamenti, ordini di partenza, categorie: niente di nuovo sotto il sole! Ravegnani fu presidente dal 1959 al 1964.
Un altro indimenticabile nome nel mondo del giornalismo e degli sport invernali fu quello della mitica Mariagrazia Marchelli, eccellente sciatrice e giornalista, che vinse medaglie d'oro e d'argento nei Campionati nazionali di sci italiani e partecipò ai Giochi olimpici di Oslo nel 1952 e di Cortina 1956, prima di fondare importanti riviste dedicate agli sport invernali.
Maria Grazia Marchelli
Ai vecchi tempi, uno dei soci più famosi del Gis era il giornalista e protagonista televisivo italiano Mike Bongiorno: era uno sciatore appassionato e un apprezzato presentatore. Un altro conosciutissimo socio GIS è stato Rolly Marchi, che ha contribuito alla nascita della 3-Tre, della Coppa del Mondo di sci e del Trofeo Topolino: è stato uno scrittore, un alpinista e nel corso della sua avventurosa vita ha condiviso esperienze di montagna con Dino Buzzati, Walter Bonatti e Reinhold Messner.
Rolly Marchi (a sinistra) e Mike Bongiorno
Gli anni Sessanta (dal 1964 al 1971, ad eccezione di un cortissimo rientro di Ravegnani nel 1967) sono stati caratterizzati dalla vulcanica presidenza di Alfredo Pigna (Rai), da Napoli: ci sono innumerevoli aneddoti sulla sua leadership e alcuni dei quali anche molto divertenti. Il GIS è stato poi guidato da Giorgio Rossi (Corriere della Sera, Repubblica) che è stato presidente dal 1971 al 1972, seguito da Giancarlo Calzolari (1972 - 1976).
Gianni Bianco e Alfredo Pigna
Il giornalista Gianni Bianco (Alto Adige, Il Giorno, Sci) di Bolzano, presidente dal 1976 al 1984, è stato un vero protagonista del GIS e con l'allenatore della "Valanga Azzurra" Martio Cotelli ha anche scritto il libro "Sci azzurro". Giorgio Viglino di Torino è stato eletto nel 1984 ed è stato presidente del GIS fino al 1999. In questo lunghissimo periodo il GIS ha iniziato a esplorare tutte le montagne italiane, e i partecipanti sono aumentati costantemente, rendendo il GIS il più forte club di giornalisti in Italia. Organizzare campionati che ospitavano più di 200 soci è diventato un lavoro estremamente impegnativo. E anche gestire i regolamenti delle competizioni è diventato un duro lavoro. Roberto Micalli (ARC News Agency) di Trieste ha segnato il passaggio da un millennio all'altro: ha tenuto il timone del GIS dal 1999 al 2003, quando è stato eletto Massimo Mascini (Il Sole 24 ore), rimasto in carica fino al 2007. La presidenza di Mario Sensini (Corriere della Sera) è stata piuttosto lunga, dal 2007 al 2013, e durante il suo mandato gli italiani hanno organizzato ben due incontri SCIJ. Nel 2013 venne eletto presidente del GIS il giornalista Rai Filippo Cicognani, che è rimasto in carica fino al 2015 quando il testimone è passato a Francesco Marino, anche lui giornalista Rai.
Il Gis ha un ruolo importante negli sport invernali italiani: nell'ottobre del 2017 lo sci club è stato premiato dalla Fisi (Federazione Italiana Sport Invernali) con l'importantissimo "Distintivo d'argento al merito" per i tanti anni di lavoro nel promuovere la cultura degli sport invernali e l'impegno nelle relazioni internazionali. La Fisi ha riconosciuto in particolare lo sforzo di alcuni dei nostri soci: Franco Sitton, Corrado Giustiniani e Dario Cavaliere.
Il Gis partecipa anche a importanti iniziative che svolgono un ruolo importante nella vita sportiva italiana, come il "Trofeo Intercral" in cui i nostri atleti sono apprezzati per l'impegno e il fair play. Nel febbraio del 2017, lo sci club dei giornalisti è stato chiamato a competere con la "Nast - Nazionale Artisti Ski Team - Artist National Ski Team", il team di attori, conduttori televisivi, comici ed artisti impegnati in questioni sportive e sociali.
Le gare ed il divertimento
In Italia i giornalisti sono iscritti all'Ordine e per molti anni ci sono state due classifiche separate per categorie: professionisti e pubblicisti. Con il passare del tempo, con l'evolversi della professione e sempre più colleghi che lavorano duramente ma non ottengono una posizione contrattualizzata nel mondo dei media, le cose si sono fatte molto complicate. Così nel 2005, dopo lunghe discussioni, i pubblicisti che riescono a dimostrare di mantenersi con la professione giornalistica possono partecipare alle stesse gare dei colleghi professionisti. Questa regola ha così permesso anche ai pubblicisti di partecipare ai meeting internazionali: il primo di questi campionati aperti a tutti i giornalisti italiani è stato quello di Bansko nel 2006.
Un altro tema caldo ha riguardato la compensazione dei tempi: per molti anni i membri più anziani erano soliti ottenere un bonus, ma questo comportava un buon grado di confusione perché è sempre stato molto difficile calcolare in che modo l'età influisca sulle prestazioni di un atleta. Se in un primo tempo i calcoli matematici erano fatti a mano, poi vennero utilizzati appositi programmi per computer: questo però non ha evitato che atleti più anziani fossero fin troppo facilitati. Finalmente, intorno al 1980 furono stabilite nuove regole. Il campionato di Ponte di Legno è stato il punto di svolta: i tempi compensati sono stati annullati e i giornalisti sono stati suddivisi in diverse categorie d'età, divisi tra uomini e donne. A proposito, dobbiamo ricordare che all'inizio GIS era un club tutto maschile, e le giornaliste hanno iniziato a gareggiare solo alla fine degli anni Sessanta.
Per molto tempo le gare sono state organizzate in quattro discipline: sci di fondo, slalom gigante, slalom speciale e la terrificante discesa libera. "Era spaventoso, ogni campionato qualcuno si faceva male - ricorda l'ex vicepresidente, ed esperto di sci Aristide Gerli - ma i giornalisti volevano l'adrenalina". La discesa è stata lentamente trasformata in Super G, ma la velocità era comunque troppo elevata e le capacità tecniche troppo basse, così che durante ogni campionato si correva il rischio di incidenti sciistici anche gravi. I giornalisti erano scatenati: nel corso dell'incontro del 1975 a St. Grée di Viola, per esempio, il programma prevedeva ben 6 gare in 4 giorni: una staffetta, uno slalom gigante, uno speciale, un gigante femminile, la discesa libera e il fondo. Infine, nel 1987, il GIS decise che le tre discipline accettate erano Fondo, Gigante e Speciale. Da una decina d'anni lo Speciale non è più inserito nella classifica della combinata e nel corso degli ultimi campionati questa gara è stata sostituta da altri tipi di competizioni.
Lezioni di sci sul ghiacciaio dello Stelvio
Le capacità tecniche dei giornalisti sciatori sono decisamente migliorate da quando il GIS, grazie all'ospitalità di Giuliana Pirovano prima e della famiglia Sertorelli in seguito, ha iniziato a organizzare regolari settimane di allenamento al Passo dello Stelvio. Grazie alle lezioni di maestri di sci altamente qualificati (alcuni dei quali anche ex atleti della Nazionale) i giornalisti hanno finalmente imparato a sciare e ad affrontare i pali. Già anni fa Gianni Bianco dichiarava al collega Sitton che dopo i corsi allo Stelvio "il livello tecnico dei giornalisti sugli sci diventava decisamente buono con punte ottime". Sciare sulle piste a Tremila metri ha anche dato ai membri del GIS la possibilità di confrontarsi sulla neve con campioni del calibro di Gustav Thoeni, Alberto Tomba , Marc Girardelli, Pirmin Zurbriggen.
Da sinistra: Giò Alajmo, Lorenzo Bianchi, Giorgio De Stefanis, Renato Pasini (o Marco Bianco), Giorgio Viglino, Filippo Cicognani, Aristide Gerli, Luigi Scaggiante, Carlo Bianco, Franco Sitton, (...), Gianni Bianco
La tradizione della settimana allo Stelvio ha anche permesso a molti colleghi più inesperti di prendere confidenza con le più moderne tecniche e teorie dell'insegnamento dello sci. Per quarant'anni, ogni autunno, gli sciatori del GIS si sono incontrati allo Stelvio per imparare e migliorare. Sfortunatamente negli ultimi anni questa vecchia tradizione ha sofferto della crisi dello sci estivo e il GIS non organizza più queste settimane di allenamento. Il livello dello sci frattempo è continuamente migliorato ed il GIS ha messo in cantiere molte altre occasioni di lavoro sulla sicurezza e la preparazione atletica. I vari direttivi continuano a proporre i fine settimana in bassa stagione per tenere il passo con la formazione e l'amicizia.
Il Gis vuole divertirsi
I giornalisti italiani amano le gare ma ancora di più amano divertirsi. nel corso dei campionati non sono mancate occasioni per condividere la gioia di stare insieme, raccontare esperienze professionali, e poi apprezzare canzoni, buon cibo e, perché no, un ottimo calice di vino italiano.
I giornalisti italiani allo SCIJ di Maribor del 2000
Tra il 1980 ed il 2000 uno dei momenti più attesi dei Campionati Italiani era la cosiddetta Riffa, una sorta di esilaratene lotteria il cui ministro ufficiale era il giornalista Daniele Soragni (Sorrisi e Canzoni TV, esperto di musica e autore di libri), in collaborazione con il collega Giorgio Destefanis (La Stampa), atleta fortissimo soprannominato Getu, e la frizzante conduzione del giornalista Rai Dario Laruffa. I momenti di incontro hanno visto la partecipazione di colleghi e professionisti come Enrico Goio, Franco Sitton, Filippo Cicognani, Aristidide Gerli, e tanti altri.
In diverse occasioni, i giornalisti italiani hanno organizzato scherzi e sorprese, poiché l'amicizia è sempre stata riconosciuta come il valore più importante dello sci club. Durante i Campionati Italiani del 1986 a Courmayeur, i vincitori delle gare hanno ricevuto come premio il loro peso in birra, grazie alla sponsorizzazione della Heineken.
Più recentemente, il capitano GIS Luigi Brecciaroli (Radio Arancia) ha organizzato numerosi eventi, serate di ballo in discoteca, cocktail, esibizioni di danza, mentre il presidente Francesco Marino è internazionalmente noto per la sua voce da cantante d'opera.
Il Gis, un pezzo fondamentale dello Scij
Il Gis e lo Scij hanno sempre lavorato insieme: per parte sua, il Gis è uno dei componenti dello sci club internazionale che ha organizzato il più alto numero di incontri internazionali e spesso è stato in grado di trovare una soluzione alle emergenze che hanno colpito lo Scij. E questo è il risultato di diversi fattori: innanzitutto è uno sci club tosto con una solida partecipazione; inoltre può contare su una grande varietà di località sciistiche italiane e su una solida rete di relazioni e partnership.
Inoltre l'Italia, con uomini e donne che hanno lavorato per il Comitato Internazionale, ha fatto molto per lo Scij. Beppe Errani (Il Resto del Carlino, La Nazione, Il Giorno) che è stato presidente della SCIJ dal 1998 al 2002 ricorda: "È stata un'occupazione davvero impegnativa, ho lavorato molto per il club. Il compito più difficile è stato far capire agli altri membri della SCIJ che i tempi stavano cambiando drasticamente, e che avevamo il dovere di adattarci a questa evoluzione, ad esempio definendo chiaramente chi fosse un vero giornalista professionista e chi no. So che questo è ancora un problema importante, ma essere consapevoli della nostra identità professionale è unico modo per difendere la forza e l'indipendenza del nostro Club ".
La squadra italiana allo Scij di Erzurum in Turchia nel 2012. Da sinistra, fila superiore: Roberto Micalli, Massimo Mascini, Marco Pratellesi, Jacopo Orsini, Andrea Mugnaini, Emanuela Fontana, Filippo Cicognani. Fila in mezzo: Dario Cavaliere, Luigi Brecciaroli, Laura Perna, Gisella Motta. Fila inferiore: Barbara Goio, Ivana Suhadolc, Roberta Serdoz
La presidenza è stata quindi tenuta da Ivana Suhadolc (Rai), la prima e unica donna presidente della Scij, rimasta in carica dal 2002 al 2006. "È stata un'esperienza decisamente importante - sottolinea - e sono stata molto felice di aver avuto la possibilità di entrare in contatto con persone davvero uniche. Ricordo per esempio Marcel Paesch, svizzero, uno dei fondatori di SCIJ, un uomo profondamente impegnato con lo SCIJ: era ricco e potente ma ci teneva a non farlo sapere. Comunque, una volta eravamo davvero nei guai per organizzare lo SCIJ meeting e lui ha semplicemente detto che il denaro non era un problema. Con sole cinque parole ha salvato la situazione, anche se nessuno per anni ha mai saputo che lui avesse contribuito così tanto. Per me è stata una grande lezione: conoscere direttamente un membro fondatore mi ha fatto apprezzare quanta passione e impegno questo club possa evocare". "Uno dei momenti che ricordo come presidente - aggiunge Ivana - è stato durante lo SCIJ di Jeseniky: una sera siamo stati portati a un concerto di musica per archi in una grotta ghiacciata, e c'era neve tutt'intorno mentre il silenzio tra le montagne rendeva tutto davvero magico! D'altra parte, quell'incontro in Repubblica Ceca è accaduto proprio nel periodo post comunismo, e ovunque c'era una sorta di pazzia confusa tra democrazia e libero mercato, e quindi abbiamo avuto parecchi problemi da risolvere. E' stata comunque un'esperienza decisamente molto interessante".
Roberto Micalli è stato per diverso tempo segretario generale, e più esattamente dal 2006 al 2014. "Durante quel periodo - ricorda - il presidente della SCIJ era Miguel Aquiso e anche se abbiamo fatto davvero parecchie cose, c'è questo evento che mi ha colpito particolarmente: il nostro sci club internazionale riuscì ad organizzare il primo incontro Scij in Africa. Fu la prima volta che sciatori giornalisti provenienti da tutto il mondo si incontrarono nella parte meridionale del Mar Mediterraneo, in Marocco, per competere sulle montagne dell'Atlante: un'esperienza positiva e significativa". In quegli anni sono state affrontate moltissime questioni. Riprende Micalli: "Con Aquiso ci siamo impegnati a rivedere alcuni principi dello SCIJ, in particolare abbiamo migliorato le procedure relative all'organizzazione generale e chiarito le autorizzazioni richieste per diventare soci".
Altri giornalisti sciatori italiani che meritano un posto speciale nella storia della Scij sono Franco Sitton, che è stato valente vice presidente e apprezzato consulente tecnico e Mario Sensini che, nel 2015, è stato acclamato membro onorario per il suo importante contributo allo Scij. "Sono molto orgoglioso di questo - dice Mario - ma penso che il vero detentore di questo onore sia il Gis stesso. Da quando sono entrato nel nostro sci club, forse 30 anni fa, avevo sempre sentito parlare dello Scij come di una specie di entità superiore, qualcosa di magico, da considerare con un grande rispetto. Ma il Gis ne è parte fondamentale".
Il Gis ha continuato a lavorare duramente per migliorare l'organizzazione dello Scij: nel giugno 2018 è stata convocata un'Assemblea generale straordinaria per discutere un nuovo e importante statuto Scij che è stato scritto con il notevole coinvolgimento dei dirigenti del Gis.
Ivana Suhadolc e Franco Sitton vincitori del fondo allo Scij 2001 in Val di Fiemme
Scij meeting organizzati dal Gis
Nel corso degli anni, il Gis è stato fondamentale anche perché ha organizzato diversi meeting SCIJ di successo. In altre occasioni, inoltre, i giornalisti italiani dello sci club si sono offerti e sono riusciti a "salvare" i campionati internazionali che erano stati precedentemente assegnati ad altre nazioni e che successivamente, per ragioni diverse, sono stati cancellati. Fino al 2018 il GIS ha organizzato in totale dieci SCIJ Meeting. Non ci sono troppe informazioni sui campionati più antichi di Cortina (1960), Valmalenco (1967), Bormio (1983) e Courmayeur (1987). "L'incontro del 1993 a Sestriere è stato una settimana meravigliosa - ricorda Aristide Gerli, allora vicepresidente del GIS - Abbiamo accolto i giornalisti internazionali a Torino, dove siamo rimasti per un giorno, e poi abbiamo raggiunto le piste di Sestriere. Nei giorni in cui non c'erano gare abbiamo esplorato le migliori stazioni sciistiche in giro, e la gente dello SCIJ ne era entusiasta: anche molto tempo la fine della settimana SCIJ, abbiamo continuato a ricevere lettere e cartoline di apprezzamento. Il tempo era semplicemente perfetto e avevamo molta neve. Uno dei nostri sponsor, Salomon, è stato più che felice di mettere a disposizione di tutti i concorrenti una vasta gamma di nuovi sci". Guardando ai ranghi dei partecipanti, ciò che era davvero sconcertante era la varietà delle nazioni partecipanti, tra cui Algeria, Austria, Giappone, Grecia, Libano, Messico.
Il meeting Scij del 2001 a Tesero, in Val di Fiemme, è stata l'occasione per permettere ai giornalisti provenienti da tutto il mondo di esplorare le Dolomiti: il club italiano Gis (presidente Roberto Micalli) ha organizzato escursioni sciistiche in Latemar, sul Sellaronda, al Lusia e sul Cermis. La gara di sci di fondo si è svolta presso lo Stadio del Lago di Tesero, sugli stessi binari su cui poi si sono disputate le gare del Campionato del Mondo di Sci Nordico nel 2003, e comunque nella stessa area dove ogni anno si confrontano i migliori fondisti del mondo sul tracciato di 70 km della mitica Marcialonga.
Nel 2002, i campionati internazionali dovevano svolgersi negli Stati Uniti, ma a causa di alcuni problemi organizzativi a Lake Tahoe, l'evento è stato irrimediabilmente cancellato. E così il GIS è intervenuto ed ha salvato la situazione riuscendo ad organizzarli al Sestriere. Roberto Micalli, presidente in entrambe le occasioni, afferma: "Con il successo di questi due campionati, il ruolo insostituibile del GIS all'interno dello SCIJ è stato definitivamente confermato".
Dopo sette anni, e più precisamente nel 2009, il Gis(presidente Mario Sensini) ha scelto di svelare la bellezza della catena degli Appennini: Abetone, in Toscana, è stato il campo base per un'avventura che ha mescolato cultura e natura, nonché i migliori ristoranti del mondo e le loro eccellenti cantine. "Sfortunatamente - ricorda Filippo Cicognani, ex presidente del GIS e uno dei principali organizzatori - quella settimana abbiamo avuto un sacco di neve. Siamo però riusciti a portare a termine tutte le gare e i soci dello Scij si sono divertiti un sacco, grazie all'ospitalità dell'entroterra italiano e all'ottimo cibo del Ristorante Fagiolino a Cutigliano". Mario Sensini sorride: "È stato fantastico, nessuno nei nostri amici internazionali neppure immaginava che fosse possibile sciare nel cuore dell'Italia, con il mare all'orizzonte e la bellissima campagna toscana che si vedeva dalle vette innevate. Abbiamo lasciato tanti bei ricordi anche alla gente dell'Abetone: a distanza di anni ancora parlano dello SCIJ e dell'enorme quantità di vino che abbiamo bevuto quella settimana!".
Mario Sensini, membro onorario dello Scij ed ex presidente del Gis, durante il meeting del 2009 all'Abetone. Con lui la campionessa Celina Seghi, che detiene il record del maggior numero di medaglie vinte ai Campionati Italiani nella storia dello sci alpino.
Anche il meeting Scij del 2013 a Ponte di Legno è stato il risultato di una missione di salvataggio: inizialmente il campionato era previsto nel comprensorio del Civetta, in Dolomiti, sotto la regia dello sci club dei giornalisti croati, ma qualcosa è andato storto, e il rischio che quell'anno non ci sarebbe stato alcun campionato era davvero molto alto. A questo punto il GIS (presidente Sensini) ha organizzato in tempi record un ottimo incontro che ha soddisfatto tutti.
La squadra italiano allo Scij di Ponte di Legno nel 2013. Da sinistra: Dario Cavaliere, Marco Pratellesi, Jacopo Orsini, Luigi Brecciaroli, Mario Sensini, Laura Perna, Andrea Mugnaini, Emanuela Fontana, Matteo Contessa, Betty Caracciolo, Fabrizio Dragosei, Barbara Goio, Corrado Giustiniani, Massimo Mascini
Le piste erano perfettamente innevate, sono stati trovati gli alloggi per 200 partecipanti, nonché le sponsorizzazioni con ottimo vino ed ottimo cibo, il tutto gestito da un'organizzazione perfetta. Le gare erano impegnative ma tutti hanno dato il loro massimo. Appena tre anni dopo, nel 2016, il Gis è stato coinvolto in un'altra operazione di salvataggio: questa volta i campionati erano previsti a Kopaonik su proposta dello sci club dei giornalisti della Serbia, ma ben presto ci si è trovati di fronte difficoltà insormontabili.
Con un preavviso davvero molto breve, i giornalisti italiani del Gis (presidente Francesco Marino) ancora una volta si sono rimboccati le maniche e nel giro di pochissimo sono riusciti ad organizzare dei Campionati Internazionali SCIJ sulle belle piste del Sestriere. Il particolare melange tra il vecchio fascino della zona turistica montana divenuta famosa ancora nel 1930 e le innovative infrastrutture sportive (costruite per le Olimpiadi del 2006) ha catturato il cuore dei membri dello Scij.
Lucia Caretti e Francesco Marino allo Scij di Sestriere 2016
Un'enorme quantità di neve fresca ha reso la cerimonia d'apertura molto speciale e ha permesso a tutti, in particolare ai free rider che potevano scoprire la stazione segreta di Prali, di realizzare i propri desideri sciistici. Francesco Marino ne è giustamente orgoglioso: "Il Gis sul fronte italiano e lo Scij in ambito internazionale hanno rappresentato e rappresentano un'insostituibile opportunità di confronto per generazioni di giornalisti. Un luogo dove si è sempre guardato al futuro, superando prima che in trattati e documenti ogni tipo di steccato ideologico o geografico. Del resto è proprio dalle grandi altezze che si hanno le migliori visioni”.
Gli italiani lo fanno meglio
Gli atleti italiani si sono sempre distinti: buon allenamento, molta determinazione, forte spirito di squadra ogni anno danno i risultati attesi. Nel corso delle diverse edizioni, le altre squadre hanno imparato ad essere preoccupate quando i giornalisti italiani scendono in pista. Tra tutti, è obbligatorio ricordare Franco Sitton, instancabile nel fondo; Gisella Motta in tutte le discipline; Ivana Suhadolc è stata spesso premiata per le sue abilità negli sci stretti; ma sono davvero tanti gli atleti particolarmente forti che vanno ricordati. Tra loro Gernot Mussner; Luigino Scaggiante, Giorgio Destefanis, Italo Kühne, Jas Gawronsky, Fabrizio Dragosei, Andrea Mugnaini, Alberto Custodero ... e molti, molti, moltissimi altri! Davvero impossibile ricordarli tutti.
Da sinistra Alberto Custodero, Gisella Motta e Luigi Breccoiaroli
Nel corso degli ultimi anni la squadra condotta dal capitano Luigi Brecciaroli ha raccolto nei vari incontri Scij un luminoso carico di medaglie: 14 in Sestriere, 15 in Val Cenis, 16 (8 ori) in Pamporovo.
La squadra italiana allo Scij di Pamporovo 2018. Da sinistra verso l'alto: Francesco Marino, Lorenzo Cinque, Gisella Motta, Daniele Benvenuti, Barbara Goio, Roberto Micalli, Diana Bolognini, Luigi Brecciaroli, Zornitza Kratchmarova, Roberto Da Rin, Jacopo Orsini. Sotto da sinistra: Mario Sensini, Andrea Mugnaini, Dario Cavaliere e Mauro della Valle
Sitton e la storia del Gis
di Franco Sitton
Lo sci club dei giornalisti italiani sciatori (Gis) è stato fondato nel dicembre del 1958 in valle d’Aosta a Saint Vincent. I primi campionati nazionali di sci sotto l’egida del Gis si disputarono nel 1959 a Cervinia ma le prime sfide agonistiche fra giornalisti sciatori risalgono agli anni Trenta: dal 1934 al 1937 campionati di fondo (e non di sci alpino!) sempre sulle nevi di Asiago, quindi nel ’38 ad Asiago, nel ’39 al Sestriere e nel ’40 a Santa Caterina Valfurva fondo e discesa.
Dopo gli anni della guerra e del primo dopoguerra i campionati di sci per giornalisti ripresero nel 1949 a Colle Isarco e continuarono praticamente sempre sulle nevi altoatesine dalla val Gardena all’Alpe di Siusi fino al 1954. Ancora un’interruzione di due anni (1955-56) prima che Ortensio Vischi, uno dei pionieri della sede Rai di Bolzano, riuscisse a organizzare nuovamente a Colle Isarco, a un tiro di schioppo dal Brennero, la quattordicesima edizione dei campionati. Correva l’inverno nevoso del ’57. La “matricola” Gianni Bianco, giornalista alle prime armi, ricordava così il suo debutto: “Ci andai dalla vicina Bolzano convinto di una scampagnata fra illustri firme, mi trovai invece nel mezzo di un manipolo assatanato di competitori, tutti sciolina e coltello fra i denti. Non potete immaginare che ciclone era a quei tempi Renato Venturini”.
Nel frattempo era stato fondato a Parigi negli anni della guerra fredda lo Scij, il club internazionale dei giornalisti amici dello sci e della montagna, con l’obiettivo di creare un’occasione d’incontro e soprattutto di amicizia fra colleghi dell’est e dell’ovest che a quel tempo nemmeno si salutavano alle conferenze stampa. Allo Scij naturalmente aderì il Gis che era stato appena costituito: nell’albo d’oro dei “rencontres” dello Scik figurano nelle prime edizioni due nomi famosi nel mondo del giornalismo e degli sport invernali, Rolly Marchi e Mariagrazia Marchelli.
Primo presidente del Gis fu il milanese Adriano Ravegnani che passò negli anni ’60 il testimone al vulcanico napoletano Alfredo Pigna. Dopo le presidenze “romane” di Giorgio Rossi e di Giancarlo Calzolari il Gis venne guidato per parecchi anni da Gianni Bianco di Bolzano e da Giorgio Viglino di Torino, infine Roberto Micalli di Trieste a segnare il passaggio da un millennio all’altro per arrivare ai giorni nostri con Massimo Mascini e con il ritorno… alla Capitale con le presidenze di Mario Sensini e Filippo Cicognani. Prima di tornare al Nord, a Torino, con l'attuale presidenza di Francesco Marino.
Sono passati più di ottanta anni dalla prima gara di fondo per giornalisti (era il 1934 ad Asiago) e sono finite in archivio oltre 70 edizioni dei nostri campionati che rappresentano ogni inverno il principale appuntamento “agonistico” per i soci del Gis. Abolite per ragioni di sicurezza le pazzesche ed entusiasmanti gare di discesa libera e di super-g ai nostri giorni i campionati nazionali sono articolati in tre competizioni (gigante, speciale e fondo) e nella gran combinata che premia lo sciatore polivalente per eccellenza.
Oltre all’appuntamento internazionale dello Scij, pomposamente definito “campionato del mondo” e riservato a una pattuglia di 12-15 giornaliste e giornalisti, vengono organizzate dal Gis altre manifestazioni. Fra tutte spicca il corso settimanale allo Stelvio malgrado la scarsa partecipazione negli ultimi tempi per la crisi dello sci estivo: da quaranta anni ogni fine estate la settimana sul “ghiacciaio delle aquile” (ma chi le ha mai viste?) costituisce un’occasione di apprendimento e di miglioramento tecnico notevoli. Già anni fa Gianni Bianco nella sua veste di presidente e di esperto di sci osservava che dopo i corsi allo Stelvio “il livello tecnico dei giornalisti sugli sci è decisamente buono con punte ottime”. Altra interessante e curiosa osservazione: ”Lo spirito della gara non è affatto inferiore a quello delle origini, anzi all’interno delle nostre ormai lunghe classifiche ci sono sempre altre gare, delle sfide fra due, tre, quattro colleghi, che si ripetono da anni e che sono il vero sale dei nostri incontri”.
Per tanti anni classifiche per categorie, professionisti e pubblicisti sempre separati, alla fine degli anni ’60 in gara le prime giornaliste sciatrici, con la presidenza Viglino classifiche con tempi assoluti e con tempi compensati per dare qualche “chanche” ai meno giovani. In realtà le complicate classifiche compensate, elaborate prima manualmente con gran disperazione degli organizzatori e quindi al computer con programmi ad hoc, hanno premiato frequentemente i “vecchietti” lasciando aperto l’antico quesito: mancano giornalisti “giovani e forti” o quelli della “terza età” hanno sette vite?
Forse il futuro ci riserverà nuove formule, nuovi regolamenti e nuovi statuti che saranno varati in assemblea con valanghe di interventi ed emendamenti. In stile parlamentare o in stile condominiale? Forse in “stile giornalistico” anche se non sarà il caso di perdere due ore (assemblea di tanti anni fa all’hotel Sertorelli dello Stelvio in una giornata nevosa, ventosa, nebbiosa) per un cavillo linguistico: i custodi – chiamiamoli così – del nostro fair play sono i proboviri o i probiviri?